Specie vegetali

Chenopodium bonus-henricus

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Chenopodium bonus-henricus (L.)
Spinacio selvatico, Buon-enrico
ambienti ruderali, dintorni delle stalle, pascoli pingui
giugno - agosto
Montano, Subalpino, Alpino

Questa pianta, assai comune, predilige i terreni ricchi di azoto e potassio, per cui cresce presso le malghe e nei luoghi incolti. Le foglie hanno lamina triangolare-astata con due lobi divergenti alla base, di colore verde scuro sulla pagina superiore e bianco-farinose su quella inferiore. L’infiorescenza è una spiga terminale composta da piccoli fiori insignificanti, bruno-verdastri. Il nome del genere deriva dal greco chenós (oca) e podós (piede) per la somiglianza delle foglie alle zampe dell’oca. Il nome specifico potrebbe derivare dal fatto che la pianta fu dedicata ad Enrico IV, protettore dei botanici, per l’impiego che questa pianta ebbe durante il suo regno. È conosciuta, soprattutto presso le popolazioni montane, per le sue qualità alimentari, ma possiede anche proprietà medicinali. Contenendo molto ferro, altri sali minerali e vitamine, è un ottimo demineralizzante e perciò ricostituente, antianemico, lassativo e depurativo. Le foglie sono ottime in insalata oppure, previa leggera cottura in acqua salata, si cucinano come gli spinaci,. Le infiorescenze, cotte a vapore, possono essere servite come gli asparagi. Come gli spinaci coltivati (appartenenti alla stessa famiglia), questa pianta contiene molti ossalati solubili, irritanti e dannosi per coloro che soffrono di calcoli renali, artrite e reumatismi.

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