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La ricerca nel PNGP: PhenoCam e satelliti per il monitoraggio della fenologia
I prati e i pascoli sono ecosistemi tra i più importanti e diffusi nel PNGP. Il progetto in collaborazione con ARPA-Valle d’Aosta, si occupa del monitoraggio della fenologia dei pascoli all’interno dell’area protetta. La fenologia studia le fasi ricorrenti di fioritura, fruttificazione e senescenza che caratterizzando il ciclo vitale delle piante.
Nel Parco, dal 2015 è stata realizzata una rete fenologica ad alta tecnologia che utilizza delle PhenoCam (fotocamere digitali) a inquadratura fissa su porzioni di pascoli e bosco. Queste acquisiscono e trasmettono ogni giorno 10 immagini a un server che in automatico processa il dato e produce settimanalmente un grafico. Semplificando, a partire dai colori contenuti nelle immagini è possibile calcolare un indice (gcc, green chromatic coordinates) che rappresenta la quantità di verde e che dipende dallo sviluppo della vegetazione. Più l’indice è alto, più la vegetazione in quel momento è attiva ed è di buona qualità come foraggio per gli animali al pascolo. Inoltre, il monitoraggio ripetuto negli anni permette di verificare come lo sviluppo dell’erba e dei boschi risentano della crisi climatica, per esempio perdendo anticipatamente di verde e di qualità a causa di ondate di calore o ancora sviluppandosi più precocemente a inizio primavera per la scarsità di neve al suolo.
In modo simile, un monitoraggio automatico sull’intero territorio del PNGP è realizzato a patire da immagini satellitari (satellite Sentinel2, ESA: https://sentinels.copernicus.eu/web/sentinel/missions/sentinel-2).
Ogni mese fornisce una mappatura automatica avvalendosi di un altro indice di sviluppo della vegetazione (dell’NDVI [https://it.wikipedia.org/wiki/Normalized_Difference_Vegetation_Index]) calcolato a partire dalla riflessione del rosso e dell’ infrarosso che il satellite stima per ogni pixel.
Il progetto offre l’opportunità di mantenere sul lungo termine un monitoraggio strumentale standardizzato e automatizzato che può risultare utile a scala locale, per esempio fornendo indicazioni utili alla gestione pastorale da parte di allevatori e pastori, ma soprattutto come monitoraggio di lungo termine degli ecosistemi nei confronti della crisi climatica.