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La ricerca nel PNGP: le torbiere del Parco, osservate speciali
All’interno dei confini del PNGP si trovano numerose zone umide e torbiere riconducibili a diversi habitat. La costante presenza dell’acqua esclude l’ossigeno dal suolo e complica gli scambi gassosi necessari per la vita delle piante. Soltanto quelle che si sono adattate sono in grado di sopravvivere in questi ambienti particolari. L’assenza di ossigeno inoltre non permette alla sostanza organica di degradarsi e quindi anno dopo anno rami, foglie e altri tessuti vegetali si accumulano e trasformano sviluppando, seppur lentamente, anche diversi metri di torba. Le torbiere sono di notevole importanza ecologica poiché rappresentano residui di ecosistemi boreali sulle Alpi, caratterizzati da una biodiversità super specializzata e che fa sì che le torbiere possano essere viste un po’ come delle isole a sé stanti immerse nei pascoli e nei boschi alpini.
Le sempre più ricorrenti siccità e ondate di calore minacciano la stabilità delle torbiere e ne danneggiano lo stato di conservazione: una torbiera sana ha una costante saturazione idrica; l’intensa evaporazione e la scarsità d’acqua favoriscono invece l’ingresso dell’ossigeno che causa la degradazione della torba.
Nel PNGP sono in corso indagini di dettaglio sullo stato della torba e della vegetazione (in particolare i muschi sono ottimi indicatori) delle principali zone umide. Fondamentalmente si vuole “scattare una foto” della situazione, basata su dati scientifici, e la ripetizione delle indagini a distanza di 5/10 anni permetterà di capire verso quale direzione stanno evolvendo e se sono sotto pressione dal clima o da altri fattori.