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Gli erbari: memoria del passato per guardare al futuro
Alla conservazione delle piante in vivo, in orti e giardini botanici e, più recentemente, nelle banche del germoplasma, è storicamente accompagnata quella negli Erbari.
Circa 400 milioni di esemplari di piante raccolti in ogni zona del pianeta sono oggi ospitati in oltre 3000 Erbari, collezioni di piante essiccate nate intorno alla metà del XVI secolo a supporto degli studi botanici, in particolare di floristica e sistematica. Tale patrimonio rappresenta oggi un’inesauribile fonte documentale dei profondi cambiamenti che hanno interessato la biodiversità vegetale a partire dalla rivoluzione industriale. Con il confronto morfometrico di esemplari raccolti in epoche diverse si possono indagare le risposte adattative delle varie specie alle pressioni ambientali. Le annotazioni su località e momento di raccolta che accompagnano ciascun esemplare, riportate su un cartellino, consentono di valutare areali di distribuzione e tempi di fioritura e/o fruttificazione del passato e così di riconoscerne possibili variazioni. Tali informazioni, inoltre, danno evidenza della perdita di specie e habitat, ma anche dei tempi e della diffusione di specie esotiche invasive. Il progresso tecnologico rende poi sempre più semplice l’estrazione e lo studio del DNA anche dagli esemplari più antichi, ampliando ulteriormente gli scenari dell’attività di ricerca in atto.
Tale recente rinnovamento nell’interesse per gli Erbari è stato accompagnato dalla necessità crescente di rendere universalmente accessibili le informazioni che vi sono conservate. Per questo, molte istituzioni hanno avviato progetti di digitalizzazione dei materiali essiccati, cioè di acquisizione in forma digitale delle immagini degli esemplari e di informatizzazione dei dati annotati sui cartellini, finalizzati alla loro pubblicazione su database condivisi a livello internazionale. In tale contesto, con il progetto HERB-TO-CHANGE (Finanziato da Fonazione CRT), l’Erbario dell’Università di Torino ha avviato nel 2022 il percorso di digitalizzazione della sezione Herbarium pedemontanum, che raccoglie oltre 150’000 esemplari essiccati provenienti da Piemonte e Valle d’Aosta, comprese migliaia di raccolte effettuate a partire dall’inizio del 1800 nel territorio del Parco Nazionale Gran Paradiso. Molti altri esemplari raccolti a partire dal primo ‘900 sono inoltre conservati nelle collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali della Valle d’Aosta, anche accessibili online tramite il Museo Virtuale. Tale patrimonio rappresenta complessivamente una fondamentale documentazione degli areali di distribuzione e della fenologia del passato per comprendere le possibili variazioni in atto.