Cos'è un giardino botanico alpino?
Un giardino botanico alpino è una struttura in cui sono ospitate in coltura specie appartenenti alla flora delle fasce altitudinali montana, subalpina, alpina e nivale a seconda della quota in cui è situato. Se l’orto botanico, secondo la definizione di F. M. Raimondo (1992), custodisce “collezioni vive di piante per scopi sia scientifici che didattici ed educativi, disposte prevalentemente secondo ordinamenti sistematici, biologici, geografici ed ecologici”, il giardino botanico, pur conservando le medesime finalità, si differenzia in quanto gli aspetti estetici e paesaggistici acquistano particolare importanza.
Le tipologie d’impostazione di un giardino alpino variano in base agli scopi che si vogliono privilegiare. Nella maggior parte dei casi, e soprattutto per i giardini d’antica istituzione, prevale quella “classica” in cui le collezioni di piante sono coltivate nelle roccere, curando particolarmente la componente estetica delle fioriture o ordinandole secondo la loro origine geografica.
Un altro approccio, che si potrebbe definire di tipo “moderno”, è quello in cui viene presentata solo la flora autoctona dell’area in cui sorge il giardino, escludendo altre specie italiane e soprattutto esotiche: l’interesse scientifico risulta notevole, ma spesso si rivela di difficile comprensione per i “non addetti ai lavori” e riduce in parte la finalità didattico-divulgativa.
Negli ultimi anni il maggior interesse del pubblico verso l’ecologia e l’ambiente naturale ha fatto sì che in molti giardini alpini, tra cui Paradisia, venissero trattati anche i concetti di vegetazione e di habitat con la ricostruzione degli ambienti naturali e delle associazioni vegetali che li popolano. Tenendo conto delle finalità dei giardini alpini, questo tipo d’impostazione “intermedia” potrebbe rappresentare il giusto compromesso. Senza considerare che, proprio per l’eterogeneità dei visitatori, possono diventare luoghi in cui presentare tematiche diverse sempre legate al mondo vegetale – la geomorfologia, la colonizzazione dei suoli, l’impollinazione, i cambiamenti climatici... – contribuendo in modo ancora più completo alla diffusione di una giusta ed equilibrata consapevolezza dell’importanza della natura.