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La ricerca nel PNGP: i ripristini ecologici e la ‘spazzolatrice’

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I prati e i pascoli più ricchi di biodiversità del Parco del Gran Paradiso hanno oggi un ruolo ulteriore rispetto alla sola produzione di erba e fieno per gli animali al pascolo. Possono infatti essere siti donatori di semi autoctoni per rinverdire e ripristinare ambienti degradati o denudati da cantieri, scavi e movimenti terra. L’utilizzo di semi reperiti locali, adatti per composizione ma anche evoluti nei millenni in questi stessi ambienti è la migliore risposta per la tutela della biodiversità e spesso anche per la riuscita dell’inerbimento. Al contrario l’utilizzo di mix di semi commerciali apparentemente sembra dare risultati ottimali nei primissimi anni dopo la semina, tuttavia tendono rapidamente a diradarsi soprattutto in contesti complicati come quelli montani. Inoltre l’uso di mix commerciali introduce specie esotiche o specie che possono ibridarsi con la flora locale e causare il cosiddetto inquinamento genetico.
Nel Parco del Gran Paradiso sono stati attualmente individuati 12 prati e pascoli donatori, ottimi livelli di biodiversità. La raccolta dei semi locali nel Parco viene fatta con una macchina spazzolatrice elettrica, di piccole dimensioni, che raccoglie con una spazzola un materiale grezzo ricco di semi e parte degli steli delle piante (fiorume) senza pregiudicare il successivo sfalcio o pascolamento. Ogni estate effettuiamo alcune raccolte al fine di costituire una piccola riserva di fiorume, ma l’intenzione è soprattutto quella di promuovere e agevolare una filiera locale nel Parco fornendo supporto tecnico e, qualora possibile, anche il macchinario stesso per la raccolta di fiorume locale e l’utilizzo per risemine a tutela della biodiversità.


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